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[…] Ma non si tratta sempre di letteratura irritante. Ci sono tantissime eccezioni, che l’erudizione minuziosa e stimolante di  Gatta tesse in un racconto critico di sicura efficacia che si avvolge attorno alla figura di Aldo Manuzio. Gatta traccia dei percorsi. Si spinge nei cunicoli. Si attarda sulle piazze panoramiche. Incontra Machiavelli e Carducci, Bembo e Boccalini, Goldoni e Nodier. E con quest’ultimo intrattiene un dialogo intenso sull’arduo e seducente «capolavoro tipografico» di Aldo, sull’eccentrico e misterioso Polifilo. Dentro quest’intrico secolare, Gatta pedina Aldo. Lo raggiunge nelle biografie, nei fumetti, nel graphic novel, nei ritratti, nelle medaglie: in tutti i generi nei quali ha trovato cittadinanza sempre in obbedienza alla letteratura. Il saggio ha uno stile cordiale. È scritto con mano sicura. Eccita la curiosità e l’intelligenza del lettore, affabilmente accompagnato in un viaggio che dissolve la gravezza della scienza nella leggerezza di una ragionata ragnatela.
(dalla premessa di Salvatore Silvano Nigro).