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Enrico Sturani – LA CULTURA DELLE QUISQUILIE un cartolinaro al minbencula – ePub

€5.00

a cura di Massimo Gatta
e una nota di Maurizio di Puolo

Chiunque svolga un’attività un po’ speciale ha sempre qualcosa da raccontare. Enrico Sturani si definisce cartolinaro, cioè si occupa di cartoline in ogni loro aspetto. Le colleziona, le studia, le compra e le vende, ne crea, ne parla, scrive libri su di esse. Le occasioni di incomprensione, e quindi di stupore, si sprecano. Ora è lui ad apparire strano agli occhi altrui, ora sono certi collezionisti ancor più maniaci a spiazzarlo. Questo secondo volume di ricordi, che segue le Memorie di un cartolinaro (Roma, Coniglio, 2004), concerne soprattutto i suoi incontri-scontri editoriali. Prende il sottotitolo da un pianeta alieno su cui Enrico Sturani sbarcò alcuni anni fa: il Ministero per i Beni Culturali.

La collezione di cartoline, come ogni altra, è al tempo stesso un sintomo e una cura. Forse non a caso, quando il CNR francese fece un’inchiesta sui collezionisti, tra le tantissime domande cui invitava a rispondere, c’era: “Ritenete che uno psicanalista possa essere utile a meglio comprendere la vostra passione?” I più risposero sì. Come spesso capita di notare, soggetto e oggetto di passione finiscono per identificarsi: quante volte si notano anziani coniugi che paiono fratelli, oppure pensionati che hanno assunto la stessa espressione del loro cocker. Quanto ai collezionisti, già Sterne aveva notato che finiscono per prendere i caratteri del collezionato: il lepidotterologo si farfallizza, l’appassionato di violino si violinizza. In effetti la collezione è una sorta di proiezione esterna del proprio Io, una specie di protesi psichica.

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