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Paul van Ostaijen – LA CITTÀ OCCUPATA – prima traduzione italiana di Bezette Stad

€30.00

La città occupata, prima traduzione italiana del poema Bezette Stad di Paul van Ostaijen.
Traduzione di Alessandro Zanini.
Allegato con testi critici di: Jan Jambon, Matthijs de Ridder, Alessandro Zanini, Lies Galle, Marleen Mertens
Pubblicato con il sostegno di Flanders Literature (www.flandersliterature.be)
17×24 cm
266 pagine

 

La città occupata è un unicum nella storia della poesia europea del primo Novecento, composto da frammenti e ritagli di canzonette popolari, annunci pubblicitari, insegne, immagini cinematografiche e titoli di quotidiani. Nederlandese, francese, tedesco, inglese, italiano presenti nella raccolta sono le lingue dei Paesi che hanno dato maggiore impulso alle Avanguardie storiche in Europa occidentale. Van Ostaijen compie una personalissima fusione tra poesia, arti visuali e il giovane cinema. Offre una sintesi originale, con esiti non assimilabili né ai Calligrammes di Guillaume Apollinaire (1918) né alla poesia dinamica futurista di Filippo Tommaso Marinetti, anche se il lettore italiano riconoscerà facilmente nella raccolta del poeta fiammingo temi futuristi e differenze o analogie con Zang Tumb Tuuum (1914).
In circa centocinquanta pagine La città occupata riassume la narrazione storica della guerra in Anversa e in molte città europee e affronta gli interrogativi che avrebbero animato l’intero secolo dal punto di vista personale e collettivo, locale e internazionale. (dal testo di Alessandro Zanini)

È entusiasmante pubblicare un’opera come La città occupata di Paul van Ostaijen. Fu così nel 1921, ed è ancora così dopo più di cento anni. Soprattutto in traduzione. Non si tratta solo di un esperimento letterario, ma anche di un esperimento tipografico: il progetto grafico esalta il contenuto poetico. O come spiegò bene Van Ostaijen – sulle orme, tra gli altri, di F.T. Marinetti:

La poesia stampata è l’arte della parola stampata. Quindi le possibilità della stampa ai fini dell’arte della parola devono essere sfruttate al massimo grado. Ecco allora: versi che arrampicano e lievitano, lettere sottili e spesse, cascate di parole sul foglio, persino diversi tipi di caratteri: sono tanti gli strumenti che, grazie alla tipografia, renderanno in modo suggestivo il ritmo della parola nel parlato. Ponti dal poeta al lettore.

L’esito è un’opera d’arte che ha per tema una città in guerra – Anversa durante la prima guerra mondiale – un’opera che ancora oggi mette in moto la nostra immaginazione. Le parole scelte con grande cura evocano un significato, un’associazione di idee o una realtà (nel sogno), e disposte sulla pagina danno forma a un coinvolgente racconto ricco di emozione e ironia.
Van Ostaijen fece due cose importanti per trasformare in realtà le sue idee riguardo alla “stampa in relazione all’arte della parola”. Redasse l’intero manoscritto con penna rossa o nera secondo criteri tipografici, e cercò la collaborazione di un artista visuale per pubblicare il libro: Oscar Jespers (1887-1970). […] Oscar Jespers pensò da subito che La città occupata fosse straordinaria e fece tutto il possibile per realizzarne la versione stampata ad Anversa. Oltre a ciò, il suo contributo fece sì che la pubblicazione conquistasse davvero il suo posto nella storia della letteratura. (dal testo di Lies Galle)